Secondo la leggenda il piatto fu preparato dal cuoco del generale arabo Eufemio all’assedio di Siracusa.
Dopo tanti giorni di navigazione per giungere in terra di trinacria, le scorte di viveri presenti sulla nave , si erano esaurite, così giunti in prossimità della costa, il cuoco comandò la truppa di scendere a terra e di raccogliere tutto ciò fosse commestibile.
Al ritorno , gli uomini portarono : il finocchietto selvatico, che cresceva rigogliosamente,la passolina raccolta dai tralci delle viti e i pinoli. Aguzzando l’ingegno ed utilizzando le sarde che nel frattempo a bordo stavano andando a male, creò questa prima forma di salsa mari e monti. Successivamente nel tempo la salsa subì alcune variazioni, pur mantenendo inalterati alcuni elementi fondamentali che la componevano. Si tratta di un pranzo completo: c’è la pasta, il pesce, la verdura. Per fugare ogni dubbio
in proposito, fa testo l’originale ricetta pubblicata nel 1886 dal grande Pitrè che a pag. 352 dell’operacitata, dice testualmente: “Pasta cu li sardi”, maccheroni cotti e colorati con soluzione di zafferano, e conditi con una salsa composta di cipolla, acciughe e prezzemolo soffritti in olio, di finocchio selvatico (foenicum dulce gusto acuto, L.) acciughe fresche, passolina, mandorle abbrustolite e pinoli.
La “pasti cu li sardi” si può definire la prima pasta “mari e monti”. É comune in tutta la Sicilia con epicentro a Palermo, é popolarissima nella Sicilia Occidentale, da Cefalù ad Agrigento fino a Trapani.